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Babecaro è un vino ottenuto da uve merlot, monovitigno. La vigna, assai piccola, è situata in località Montaldo, nel punto più elevato del Comune di Volta Mantovana, nel centro del cosiddetto anfiteatro morenico. I filari, coltivati a “spalliera”, sono situati sul dolce pendio della sommità, molto distanziati tra loro, per poter usufruire al meglio della luce solare, protetti all’intorno da un bosco. La vista produce un senso di intimità. L’anfiteatro morenico, prospicente al Lago di Garda, è un territorio che presenta aspetti geografici unici e particolari: è la memoria di un immenso ghiacciaio che attraversava il cuore dell’Europa fino al Jura francese, a lambire la fortunata Terra di Borgogna; con il suo progressivo ritiro, in centinaia di millenni, ha lasciato posto a colline disposte in ampi cerchi, a ventaglio, tra i fiumi Adige e Mincio, conferendo al territorio una bellezza suggestiva. Possiamo dire che l’acqua si è ritirata per far posto al vino, e quello buono è stato tenuto per ultimo.
BA.BE.CA.RO. è l’acronimo delle iniziali di quattro amici, con vite diverse, che hanno cercato, in modo tenace e caparbio, un posto per fare un loro vino. Dopo non poche disillusioni e tanta ostinazione, grazie a persone uniche, infine abbiamo trovato un luogo adatto. L’etichetta bianca è solcata da una linea sinuosa verticale con al centro un punto rosso: sta ad indicare il percorso del fiume Mincio con il suo Parco Naturale, al centro del quale si trova il vigneto. La vigna è piccola, ma adatta a noi: consente una produzione annua di circa 1.300 bottiglie; è risaputo che le botti preziose rifiutano i grandi numeri.
La vendemmia è ritardata seguendo i consigli dei più anziani:
Nel tempo che l’ultima fronda la vigna ha deposto,
il colono già pensa all’anno che viene
e tonda con il curvo falcetto la vite spogliata
e la forma potando.
Sii primo a dissodare la terra,
primo a bruciare gli armenti
primo a riporre i pali al sicuro
e l’ultimo a vendemmiare
(Virgilio – Georgiche II 403-410)
L’uva raccolta a mano, viene disposta in cassette in singolo strato, e lasciata a riposare per circa venti giorni, in fienile areato.
Infine viene torciata, lasciata sedimentare in recipienti di acciaio fino a marzo, e successivamente in botti di rovere Garbellotto, per un anno; una parte invece per ottocento notti.
Il vino rispetta dei tempi precisi, rifiuta le scorciatoie e richiede pazienza; la stessa pazienza è richiesta nel degustare il Babecaro, con moderazione; infatti “Amiamo la bellezza, ma con il giusto equilibrio” (Temistocle. Discorso agli Ateniesi).
Una storia, un'amicizia, il nostro vino
Babecaro è un vino ottenuto da uve merlot, monovitigno. La vigna, assai piccola, è situata in località Montaldo, nel punto più elevato del Comune di Volta Mantovana, nel centro del cosiddetto anfiteatro morenico. I filari, coltivati a “spalliera”, sono situati sul dolce pendio della sommità, molto distanziati tra loro, per poter usufruire al meglio della luce solare, protetti all’intorno da un bosco. La vista produce un senso di intimità. L’anfiteatro morenico, prospicente al Lago di Garda, è un territorio che presenta aspetti geografici unici e particolari: è la memoria di un immenso ghiacciaio che attraversava il cuore dell’Europa fino al Jura francese, a lambire la fortunata Terra di Borgogna; con il suo progressivo ritiro, in centinaia di millenni, ha lasciato posto a colline disposte in ampi cerchi, a ventaglio, tra i fiumi Adige e Mincio, conferendo al territorio una bellezza suggestiva. Possiamo dire che l’acqua si è ritirata per far posto al vino, e quello buono è stato tenuto per ultimo.
BA.BE.CA.RO. è l’acronimo delle iniziali di quattro amici, con vite diverse, che hanno cercato, in modo tenace e caparbio, un posto per fare un loro vino. Dopo non poche disillusioni e tanta ostinazione, grazie a persone uniche, infine abbiamo trovato un luogo adatto. L’etichetta bianca è solcata da una linea sinuosa verticale con al centro un punto rosso: sta ad indicare il percorso del fiume Mincio con il suo Parco Naturale, al centro del quale si trova il vigneto. La vigna è piccola, ma adatta a noi: consente una produzione annua di circa 1.300 bottiglie; è risaputo che le botti preziose rifiutano i grandi numeri.
La vendemmia è ritardata seguendo i consigli dei più anziani:
Nel tempo che l’ultima fronda la vigna ha deposto,
il colono già pensa all’anno che viene
e tonda con il curvo falcetto la vite spogliata
e la forma potando.
Sii primo a dissodare la terra,
primo a bruciare gli armenti
primo a riporre i pali al sicuro
e l’ultimo a vendemmiare
(Virgilio – Georgiche II 403-410)
L’uva raccolta a mano, viene disposta in cassette in singolo strato, e lasciata a riposare per circa venti giorni, in fienile areato.
Infine viene torciata, lasciata sedimentare in recipienti di acciaio fino a marzo, e successivamente in botti di rovere Garbellotto, per un anno; una parte invece per ottocento notti.
Il vino rispetta dei tempi precisi, rifiuta le scorciatoie e richiede pazienza; la stessa pazienza è richiesta nel degustare il Babecaro, con moderazione; infatti “Amiamo la bellezza, ma con il giusto equilibrio” (Temistocle. Discorso agli Ateniesi).
2017 – 2018
Babecaro
Colore rosso rubino, odore gradevole con sentori di frutti rossi. Sapore speziato e fine al palato.
Uve Merlot 85% | Vigneti autoctoni 15% | Gradazione 14°
Le due annate presentano caratteristiche leggermente differenti, apri la pagina dell’approfondimento per conoscerle ed avere altre informazioni.
Affinato in botti di rovere per 800 notti.
Colore rosso intenso, riflessi granata. Odore intenso, caratteristico ai profumi del sottobosco. Sapore speziato, con sentori di vaniglia, cacao, cannella.
Vino di carattere deciso, territoriale, ancora tannico e dinamico per il lungo riposo in legno.
Nel 2021, nella 17ma edizione del Concorso Enologico Internazionale “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme”, svoltosi nella provincia di Bergamo, dove hanno gareggiato 220 vini provenienti da tutto il mondo, Babecaro si è aggiudicato la medaglia d’oro, insieme ad altri concorrenti, con un punteggio di 88.43/100, giudicato da una commissione di 56 commissari provenienti da 22 paesi diversi.